martedì, maggio 30, 2006

Ebbene, che cosa voglio fare? L'ennesima insignificante autobiografia via Internet, il solito sfogo paraletterario di cui non frega niente a nessuno, o a pochissimi? Da mesi seguo in silenzio, con assiduità da voyeur, l'intrecciarsi e il moltiplicarsi di chiacchiere virtuali. Ognuno forse pensa che la sua voce, così, possa arrivare più lontano di quanto accadrebbe se, semplicemente, si fermasse a ragionare un poco, quasi per scherzo, con il vicino di casa. Tutti hanno qualcosa da dire. Tutti credono di aver qualcosa da dire e ripetono, con impercettibili variazioni, la solita nenia. Le parole diventano melma, o, peggio, melassa. E' affascinante osservare dall'esterno, senza mostrarsi, la mostruosa metamorfosi dell'individuale verità (che pure, da qualche parte, deve esistere, spero) in soffocante, ingrigito luogo comune.

E io? Che vengo a fare qui? Disilllusa, spenta, a un passo da buttare all'aria, in un modo o nell'altro, la mia vita, mi metto a raccontare la mia inutilità, il mio sperdimento, la mia inettitudine. Che cosa mi aspetto? una consolazione, uno schiaffo, una provocazione, un insulto? Mah, forse solo (un tentativo di) spiegazioni.

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